Archivio per Categoria Poesie

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Più felice sono quando più lontana – Emily Brontë

Più felice sono quando più lontana
porto la mia anima dalla sua dimora d’argilla,
in una notte di vento quando la luna brilla
e l’occhio vaga attraverso mondi di luce

Quando mi annullo e niente mi è accanto
né terra, né mare, né cieli tersi
e sono tutta spirito, ampiamente errando
attraverso infinite immensità.

Emily Brontë

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La terra girò per avvicinarci – Eugenio Montejo

La tierra giró para acercarnos
La tierra giró para acercarnos,
giró sobre sí misma y en nosotros,
hasta juntarnos por fin en este sueño,
como fue escrito en el Simposio.
Pasaron noches, nieves y solsticios;
pasó el tiempo en minutos y milenios.
Una carreta que iba para Nínivellegó a Nebraska.
Un gallo cantó lejos del mundo, en la previda a menos mil de nuestros padres.
La tierra giró musicalmente
llevándonos a bordo;
no cesó de girar un solo instante, como si tanto amor,
tanto milagro sólo fuera un adagio hace mucho ya escrito
entre las partituras del Simposio.

(Eugenio Montejo, Caracas, 1938)
—–

La terra girò per avvicinarci
girò su se stessa e dentro di noi
fino ad unirci finalmente in questo sogno,
come fu scritto nel Simposio.
Passarono notti, nevi, solstizi;
passò il tempo in minuti e millenni.
Un carro che andava a Ninive arrivò a Nebraska.
Un gallo cantò lontano dal mondo.
La terra girò musicalmente
con noi a bordo;
non cessò di girare un solo istante,
come se tanto amore, tanto miracolo
fosse solo un adagio già scritto molto tempo fa
tra le partiture del Simposio.

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Ti cammino sul cuore – S. Quasimodo

Ti cammino sul cuore, | ed è un trovarsi d’astri | in arcipelaghi insonni, | notte, fraterni a me | fossile emerso da uno stanco flutto. (Dammi il mio giorno)

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Canto Navaho

ciup..l’ho appena trovata..bellissima..con tutto il mio amore..

Non ti auguro un dono qualsiasi,
Ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre, ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perché te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare. Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

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“Mosca 1961”

L’assenza dondola nell’aria come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito

corro via l’assenza m’insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado

l’assenza non è tempo né strada
l’assenza è un ponte fra noi
più sottile di un capello più affilato di una spada

più sottile di un capello più affilato di una spada
l’assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l’uno all’altra i nostri ginocchi si toccano.

Nazim Hikmet

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Non sto pensando a niente

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto all’estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!

Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita…
Non sto pensando a niente.
E’ come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente…

Fernando Pessoa

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E’ vietato

È vietato piangere senza imparare,
alzarti al mattino senza saper cosa fare,
aver paura dei ricordi
È vietato non sorridere ai problemi,
non lottare per ciò che vuoi,
abbandonare tutto per paura,
non far diventare i tuoi sogni realtà.
È vietato non dimostrare il tuo amore,
far pagare a qualcuno i tuoi debiti e il tuo malumore
È vietato abbandonare i tuoi amici
non tentare di capire ciò che avete vissuto insieme
chiamarli soltanto quando hai bisogno
È vietato non fare le cose per te stesso
non creder in Dio e fare il tuo destino
Aver paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo respiro
È vietato sentire la mancanza di qualcuno senza rallegrarsi,
dimenticare i suoi occhi e la sua risata
solo perché le vostre strade non si incrociano più
È vietato dimenticare il tuo passato e pagarlo con il tuo presente.
È vietato non tentare di capire le persone,
pensare che le loro vite valgano più della tua
non sapere che ognuno ha il suo cammino e la sua gioia
È vietato non creare la tua storia
smettere di ringraziare Dio per la tua vita,
non avere dei momenti per la gente
che ha bisogno di te,
non capire che ciò che ti da la vita
te la può anche togliere.
È vietato non cercare la tua felicità
non vivere la tua vita con un atteggiamento positivo
non pensare che potremmo essere migliori
non sentire che senza di te questo mondo non sarebbe uguale.

Pablo Neruda

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Ode alle lacrime

Ode alle lacrime

In quale minuscola
piega dell’Anima
voi nascete,
o, Lacrime?
Quale tortuoso cammino
dovete percorrere, voi,
calde gocce preziose?
Quale mare profondo placa la vostra sete?
E quale fuoco misterioso vi scalda?
A quale voce dell’anima voi obbedite?
E quale Dio vi ha donato
il vostro gusto salato del dolore?
O di gioia?
O di rabbia?
O di disperazione?
O d’amore?
O di tristezza?
O di felicità?
O di speranza?
Avete mica sapore diverso per ogni sentimento?
Perché siete invisibili?
Perché il Dio non vi ha colorato?
Volevate potervi nascondere
dagli sguardi indiscreti?
Perché nemmeno io non vi posso vedere
sgorgare dai miei occhi?
Perché non vi posso trattenere
nelle mie mani?
Perché a volte non mi sentite,
quando vi chiamo?
Sapete ogni segreto dell’anima mia?
Voi potete parlare con il mio cuore?
Ma quante domande…
E le risposte?
Nessuno le sa.
Siete così silenziose,
ma urlate più delle tempeste…
Salite
veloci
dal cuore stanco
alla gola,
poi
agli occhi.
Sapete solo voi
la strada da fare.
E prima d’essere asciugate
furtivamente
o di toccare la terra
silenziosamente,
che siete
poche o tante,
fa lo stesso…
Voi …
Liberate il cuore.
Sciogliete i nodi.
Placate le tempeste.
Strappate i sorrisi.
Udite le preghiere.
Calmate il dolore.
Per poi morire
per sempre.
E mi lasciate in dono
solo due invisibili
impronte.
E due calde bagnate carezze.

[….]

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Io ti chiesi

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste

Hermann Hesse

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Mare dentro

Mare dentro, in alto mare – dentro, senza peso
nel fondo, dove si avvera il sogno: due volontà
che fanno vero un desiderio nell’incontro.

Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una
saetta, il mio corpo cambiato non è
più il mio corpo, è come penetrare al centro
dell’universo:

L’abbraccio più infantile, e il più puro dei
baci fino a vederci trasformati in
un unico desiderio

Il tuo sguardo il mio sguardo, come un’eco
che va ripetendo, senza parole: più dentro,
più dentro, fino al di là del tutto, attraverso
il sangue e il midollo.

Però sempre mi sveglio, mentre sempre io voglio
essere morto, perché io con la mia bocca
resti sempre dentro la rete dei tuoi capelli.

Ramòn Sampedro

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Ti ho cercato nel dubbio

Ti ho cercato nel dubbio:
non ti trovavo mai.

Sono andato in cerca di te
nel dolore.
Tu non venivi di lì.

Mi sono immerso nel profondo
per vedere se, infine, tu c’eri.
Attraverso l’angoscia,
dilaniatrice, ferendomi.
Tu non sorgevi mai dalla ferita.

E nessuno mi ha fatto cenno
– un giardino o le tue labbra,
con alberi, con baci -;
nessuno mi ha detto
-per questo t’ho perduta –
che tu eri sugli ultimi
terrazzi della gioia,
del riso, della certezza.
Che ti si trovava
sulle cime del bacio
senza dubbi e senza domani.
Nel vertice puro
dell’allegria alta,
moltiplicando giubili
per giubili, per risa,
per incanti.
Annotando nell’aria
le incredibili cifre, senza peso,
della tua felicità.”

P. Salinas

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Quando tu mi hai scelto…

Quando tu mi hai scelto
– fu l’amore che scelse –
sono emerso dal grande anonimato
di tutti, del nulla.

Sino allora
mai ero stato più alto
delle vette del mondo.

Non ero mai sceso più sotto
delle profondità
massime segnalate
sulle carte di mare.

E la mia allegria era
triste, come lo sono
quei piccoli orologi,
senza braccio cui cingersi,
senza carica, fermi.

Ma quando mi hai detto : “Tu”
– a me, sì, a me, fra tutti –

più in alto ormai di stelle
o coralli sono stato.

E la mia gioia
ha preso a girare, avvinta
al tuo essere, nel tuo pulsare.

Possesso di me tu mi davi,
dandoti a me.
Ho vissuto, vivo. Fino a quando?
So che tu tornerai indietro.

E quando te ne andrai
ritornerò a quel sordo
mondo, indistinto,
del grammo, della goccia,
nell’acqua, nel peso.

Sarò uno dei tanti
quando non ti avrò più.

E perderò il mio nome,
i miei anni, i miei tratti,
tutto perduto in me, di me.

Ritornato all’ossario immenso
di quelli che non sono morti
e non hanno più nulla
da morire nella vita.

P. Salinas

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Sono folle di te, amore

Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d’amore per te.

Alda Merini, da “Alla tua salute, amore mio”

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Arrivederci.

Arrivederci a te, mia cara amica, che attendi le mie lettere e leggi la mia vita tra le righe.
Arrivederci a te, mio spietato bruco, che ti nutri della parte oscura della mia mela.
Arrivederci a te, che hai intravisto l’emozione che m’aveva abbandonato…è solo un arrivederci anticipato, questo. Quello reale, quello che sciogliera’ le membra, ce lo diremo stasera.
Forse velocemente e distrattamente.
Perche’ fa meno male.
Forse scandendolo.
A-r-r-i-v-e-d-e-r-c-i.
Perche’ ci nutriamo di emozioni e questa potrebbe essere l’ultima.

David Grossman

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Ti aspetto

Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.

Alda Merisi

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Mare dentro

Mare dentro, mare dentro
senza peso nel fondo
dove si avvera il sogno
Due volontà fanno avere un desiderio nell’incontro
il tuo sguardo, il mio sguardo
come un’ eco che ripete senza parole: più dentro, più dentro
Fino al di là del tutto
attraverso il sangue e il midollo
Però sempre mi sveglio
e sempre voglio esser morto
per restare con la mia bocca
sempre preso nella rete dei tuoi capelli.

Ramon Sampedro

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Solo

Fanciullo, io già non ero
come altri erano, nè vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni -nè mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Nè il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quel che amai, io l’amai da solo.
Allora, in quell’età, nell’alba
d’una vita in tempesta- fu derivato
da ogni più oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m’avvince-
dai torrenti e dalle sorgenti-
dalla rossa roccia dei monti-
dal sole che d’intorno mi ruotava
nelle dorate tinte autunnali-
dal celeste baleno
che d’accanto mi guizzava-
dal tuono e dalla tempesta-
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l’altro cielo)
di un demone alla mia vista-

E. A. Poe

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Non cantare più!

Voglio il silenzio
per dormire
qualsiasi ricordo
della voce udita,        
incompresa,
che fu perduta
perché l’ho udita…
All’improvviso, pauso in ciò che penso
Scrivere è necessario. Vivere non è necessario
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d’essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.
                                                                            
F. Pessoa

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Istanti

Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
solo di momenti, non ti perdere l’oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
una borsa d’acqua calda, un ombrello e un paracadute;
se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all’inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell’autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
se avessi un’altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.

Jorge Luis Borges

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Elogio della follia

“Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia.
Infuse nell’uomo più passione che ragione perchè fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso.
Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe.
Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza.
La vita umana non è altro che un gioco della Follia.
Il cuore ha sempre ragione”.

Erasmo da Rotterdam

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SOLO PER OGGI

Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.

Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.

Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima.

Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione.

Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l’esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.

Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell’Amore.

Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.

Papa Giovanni XXIII

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Ti auguro di vivere

Ti auguro di vivere
senza lasciarti comprare dal denaro.
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta,
senza distinzione,
senza altro nome
che quello di uomo.
Ti auguro di vivere
senza rendere nessuno tua vittima.
Ti auguro di vivere
senza sospettare o condannare
nemmeno a fior di labbra.
Ti auguro di vivere in un mondo
dove ognuno abbia il diritto
di diventare tuo fratello
e farsi tuo prossimo

Jean Debruynne

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Nulla

nulla.jpg
Gli angeli vennero a cercarla
La trovarono al mio fianco,
lì dove le sue ali l’avevano guidata.
Gli angeli vennero per portarla via.
Aveva lasciato la loro casa,
il loro giorno più chiaro
ed era venuta ad abitare presso di me.
Mi amava perché l’amore
ama solo le cose imperfette.
Gli angeli vennero dall’alto
e la portarono via da me.
Se la portarono via per sempre
tra le ali luminose.
É vero che era la loro sorella
e così vicina a Dio come loro.
Ma mi amava perché
il mio cuore non aveva una sorella.
Se la portarono via,
ed è tutto quel che accadde.

F. Pessoa

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Berlino 1961 – Nazim Hikmet

Nelle mie braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l’odore dei tuoi capelli
si riflettono sul mio viso.

Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell’ansito?
è tuo è della città è della notte
o forse è il mio cuore che batte forte?

Dove finisce la notte
dove comincia la città?
dove finisce la città dove cominci tu?
dove comincio e finisco io stesso?

N. Hikmet

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Questo amore

Questo amore 
Questo amore
Cosi violento
Cosi fragile
Cosi tenero 
Cosi disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore cosi vero
Questo amore cosi bello
Cosi felice
Cosi gaio
E cosi beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E cosi sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora cosi vivo
E tutto soleggiato
E tuo
E mio
E stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l’estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
Il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l’ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

Jacques Prevert

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Dylan Tomas

La forza che nella verde miccia spinge il fiore
spinge i miei verdi anni;
quella che spacoppiare le radice degli alberi.

E’ la mia distruttrice.

Dylan Tomas

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IL TIMORE

No, non ti avvicinare…
Voglio da lontano amare e bramare
i tuoi due occhi.
Poiché la letizia è bella quando si aspetta,
mentre di sé un accenno da.
No, non ti avvicinare…
C’è più delizia in questo dolce timore, attesa ed incertezza.
Tutto è più bello finché si cerca
di cosa si, solo, per sospetto sa..
No, non ti avvicinare…
Perché dovresti farlo?
Quando è distante, tutto come stella splende,
Da lontano, solo, ammiriamo tutto,
No, non voglio che si avvicinino i tuoi due occhi.

Desanka Maksimovic

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Edgar Allan Poe – Annabel Lee

Or son molti e molti anni
che in un regno in riva al mare
viveva una fanciulla che col nome
chiamerete di Annabel Lee:
e viveva questa fanciulla con non altro pensiero
che d’amarmi e d’essere amata da me.
Io ero un bimbo e lei una bimba,
in questo regno in riva al mare;
ma ci amavamo d’un amore ch’era più che amore-
io e la mia Annabel Lee –
d’un amore che gli alati serafini in cielo
invidiavano a lei ed a me.
E fu per questo che –oh, molto tempo fa-
in questo regno in riva al mare
un vento soffiò da una nube, raggelando
la mia bella Annabel Lee;
così che vennero i suoi nobili parenti
e la portarono da me lontano
per rinchiuderla in un sepolcro
in questo regno in riva al mare.
Gli angeli, non così felici in cielo come noi,
a lei e a me portarono invidia –
oh sì! E fu per questo ( e tutti ben lo sanno
in questo regno in riva al mare)
che quel vento irruppe una notte dalla nube
raggelando e uccidendo la mia bella Annabel Lee.
Ma molto era più forte il nostro amore
che l’amor d’altri di noi più grandi-
che l’amor d’altri di noi più savi-
e né gli angeli lassù nel cielo
né i demoni dentro il profondo mare
mai potran separare la mia anima dall’anima
della bella Annabel Lee:-
giacché mai raggia la luna che non mi porti sogni
della bella Annabel Lee;
e mai stella si leva ch’io non senta i fulgenti occhi
della bella Annabel Lee:-
e così, nelle notti, al fianco io giaccio
del mio amore – mio amore – mia vita e mia sposa,
nel suo sepolcro lì in riva al mare,
nella sua tomba in riva al risonante mare.

Edgar Allan Poe