Byadmin Pubblicato 30 Ottobre 2011

Per diventare bella, una donna non deve voler passare per carina: cioè in novantanove casi in cui potrebbe piacere, deve disdegnare ed astenersi dal piacere, per raccogliere un giorno il rapimento di colui, la porta della cui anima è abbastanza grande per accogliere il grande.

Friedrich Wilhelm Nietzsche

Byadmin Pubblicato 16 Ottobre 2011

La principessa che credeva nelle favole, come liberarsi del proprio principe azzurro.

“Sì, così”, replicò il gufo. “Perchè una persona ne ama un’altra nello stesso modo in cui ama se stessa: con tenerezza ed accettazione o con intransigenza e rifiuto”

Marcia Grad.

Questa favola ha una protagonista speciale. Perchè Victoria è una principessa, ma anche qualcosa di più. Lei è tutte quelle donne che, dopo aver trovato il proprio principe azzurro, scoprono come non è tutto azzurro quel che somiglia al cielo, e che non c’è dolore più grande dell’essere ferite dalla persona amata. Sgomenta, incredula, Victoria decide di accettare l’invito di uno strano personaggio, lascia tutto e intraprende il viaggio della scoperta di sè, sul Sentiero della Verità. Lungo il cammino rischia di annegare nel Mare delle Emozioni, è costretta ad attraversare la sconcertante Terra delle Illusioni. A poco a poco impara a distinguere la realtà dai sogni e comprende che una persona può amarne un’altra solo nello stesso modo in cui ama se stessa: con tenerezza e accettazione o con intransigenza e rifiuto. E per quanto sia faticoso abbandonare la strada già segnata e apparentemente più sicura, scopre che è possibile trovare nuove vie, e che ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno. Saper sognare è un dono, ma il sogno può diventare una gabbia dorata se per realizzarlo si accettano così tanti compromessi da perdere di vista la felicità. Perchè è giusto credere nelle favole. L’importante è saper accettare che la nostra potrebbe essere diversa da quella che abbiamo sempre immaginato.

Victoria sono io. Siete voi. Siamo tutte.

Byadmin Pubblicato 13 Agosto 2011

Un tuo bel quaderno

Se hai a dispozione un tuo bel quaderno, scriverai cose più belle.

Byadmin Pubblicato 4 Agosto 2011

Mare dentro

Mare dentro, in alto mare – dentro, senza peso
nel fondo, dove si avvera il sogno: due volontà
che fanno vero un desiderio nell’incontro.

Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una
saetta, il mio corpo cambiato non è
più il mio corpo, è come penetrare al centro
dell’universo:

L’abbraccio più infantile, e il più puro dei
baci fino a vederci trasformati in
un unico desiderio

Il tuo sguardo il mio sguardo, come un’eco
che va ripetendo, senza parole: più dentro,
più dentro, fino al di là del tutto, attraverso
il sangue e il midollo.

Però sempre mi sveglio, mentre sempre io voglio
essere morto, perché io con la mia bocca
resti sempre dentro la rete dei tuoi capelli.

Ramòn Sampedro

Byadmin Pubblicato 4 Agosto 2011

Tucker Un Uomo E il Suo Sogno

Delle 51 vetture completate ben 47 sono sopravvissute, compreso il primo prototipo detto “Tin Goose”, conservato allo Swigart Antique Auto Museum in Pennsylvania, che è la vettura “numero zero”, le altre hanno una numerazione di serie dal n. 1001 al 1051 ma quest’ultima non è considerata tecnicamente una delle 51 Tucker originali (50 più la “Tin Goose”) in quanto fu acquistata non finita e completata solo negli anni ’80.

Byadmin Pubblicato 1 Agosto 2011

Ti ho cercato nel dubbio

Ti ho cercato nel dubbio:
non ti trovavo mai.

Sono andato in cerca di te
nel dolore.
Tu non venivi di lì.

Mi sono immerso nel profondo
per vedere se, infine, tu c’eri.
Attraverso l’angoscia,
dilaniatrice, ferendomi.
Tu non sorgevi mai dalla ferita.

E nessuno mi ha fatto cenno
– un giardino o le tue labbra,
con alberi, con baci -;
nessuno mi ha detto
-per questo t’ho perduta –
che tu eri sugli ultimi
terrazzi della gioia,
del riso, della certezza.
Che ti si trovava
sulle cime del bacio
senza dubbi e senza domani.
Nel vertice puro
dell’allegria alta,
moltiplicando giubili
per giubili, per risa,
per incanti.
Annotando nell’aria
le incredibili cifre, senza peso,
della tua felicità.”

P. Salinas

Byadmin Pubblicato 29 Giugno 2011

La finestra difronte – Lettera di Davide a Simone

Caro Simone,
dopo di te il rosso non è più rosso, l’azzurro del cielo non è più azzurro, gli alberi non sono più verdi.
Dopo di te devo cercare i colori dentro la nostalgia che ho di noi. Dopo di te rimpiango persino il dolore che ci faceva timidi e clandestini. Rimpiango le attese, le rinunce, i messaggi cifrati, i nostri sguardi rubati in mezzo ad un mondo di cechi, che non volevano vedere perchè se avessero visto saremmo stati la loro vergogna, il loro odio, la loro crudeltà.
Rimpiango di non aver avuto ancora il coraggio di chiederti perdono. Per questo non posso nemmeno più guardare nella tua finestra. Era lì che ti vedevo sempre, quando ancora non sapevo il tuo nome e tu sognavi un mondo migliore in cui non si può proibire ad un albero di essere albero, e all’azzurro di diventare cielo.
Non so se questo è un mondo migliore ora che nessuno mi chiama più Davide, ora che mi sento chiamare soltanto signor Veroli. Come posso dirlo, senza di te?

Byadmin Pubblicato 24 Maggio 2011

Quando tu mi hai scelto…

Quando tu mi hai scelto
– fu l’amore che scelse –
sono emerso dal grande anonimato
di tutti, del nulla.

Sino allora
mai ero stato più alto
delle vette del mondo.

Non ero mai sceso più sotto
delle profondità
massime segnalate
sulle carte di mare.

E la mia allegria era
triste, come lo sono
quei piccoli orologi,
senza braccio cui cingersi,
senza carica, fermi.

Ma quando mi hai detto : “Tu”
– a me, sì, a me, fra tutti –

più in alto ormai di stelle
o coralli sono stato.

E la mia gioia
ha preso a girare, avvinta
al tuo essere, nel tuo pulsare.

Possesso di me tu mi davi,
dandoti a me.
Ho vissuto, vivo. Fino a quando?
So che tu tornerai indietro.

E quando te ne andrai
ritornerò a quel sordo
mondo, indistinto,
del grammo, della goccia,
nell’acqua, nel peso.

Sarò uno dei tanti
quando non ti avrò più.

E perderò il mio nome,
i miei anni, i miei tratti,
tutto perduto in me, di me.

Ritornato all’ossario immenso
di quelli che non sono morti
e non hanno più nulla
da morire nella vita.

P. Salinas

Byadmin Pubblicato 27 Novembre 2010

Alda Merini

Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati.

Alda Merini

Byadmin Pubblicato 17 Ottobre 2010

Sono folle di te, amore

Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d’amore per te.

Alda Merini, da “Alla tua salute, amore mio”

Byadmin Pubblicato 17 Ottobre 2010

Arrivederci.

Arrivederci a te, mia cara amica, che attendi le mie lettere e leggi la mia vita tra le righe.
Arrivederci a te, mio spietato bruco, che ti nutri della parte oscura della mia mela.
Arrivederci a te, che hai intravisto l’emozione che m’aveva abbandonato…è solo un arrivederci anticipato, questo. Quello reale, quello che sciogliera’ le membra, ce lo diremo stasera.
Forse velocemente e distrattamente.
Perche’ fa meno male.
Forse scandendolo.
A-r-r-i-v-e-d-e-r-c-i.
Perche’ ci nutriamo di emozioni e questa potrebbe essere l’ultima.

David Grossman

Byadmin Pubblicato 17 Ottobre 2010

Ti aspetto

Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.

Alda Merisi

Byadmin Pubblicato 8 Ottobre 2010

Mare dentro

Mare dentro, mare dentro
senza peso nel fondo
dove si avvera il sogno
Due volontà fanno avere un desiderio nell’incontro
il tuo sguardo, il mio sguardo
come un’ eco che ripete senza parole: più dentro, più dentro
Fino al di là del tutto
attraverso il sangue e il midollo
Però sempre mi sveglio
e sempre voglio esser morto
per restare con la mia bocca
sempre preso nella rete dei tuoi capelli.

Ramon Sampedro

Byadmin Pubblicato 14 Giugno 2010

George Bernard Shaw

L’uomo ragionevole si adatta al mondo;l’irragionevole insiste nel tentar di adattare il mondo a se’.Quindi,ogni progresso dipende dall’uomo irragionevole.
George Bernard Shaw.

Byadmin Pubblicato 30 Maggio 2010

Che tu sia per me il coltello

…”A volte provochi in me dolori simili a quelli che si provano durante la crescita nelle articolazione dell’anima, pero’. E’ una sensazione strana. In ogni tua lettera imparo su di te qualcosa di nuovo e d’inatteso, ma mi separo anche da qualcos’altro che pensavo e immaginavo di te. Certi giorni sento che sono ancora molto lontano dal conoscerti come come vorrei”…

David Grossman

Byadmin Pubblicato 9 Ottobre 2009

Solo

Fanciullo, io già non ero
come altri erano, nè vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni -nè mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Nè il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quel che amai, io l’amai da solo.
Allora, in quell’età, nell’alba
d’una vita in tempesta- fu derivato
da ogni più oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m’avvince-
dai torrenti e dalle sorgenti-
dalla rossa roccia dei monti-
dal sole che d’intorno mi ruotava
nelle dorate tinte autunnali-
dal celeste baleno
che d’accanto mi guizzava-
dal tuono e dalla tempesta-
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l’altro cielo)
di un demone alla mia vista-

E. A. Poe

Byadmin Pubblicato 29 Settembre 2009

Non cantare più!

Voglio il silenzio
per dormire
qualsiasi ricordo
della voce udita,        
incompresa,
che fu perduta
perché l’ho udita…
All’improvviso, pauso in ciò che penso
Scrivere è necessario. Vivere non è necessario
Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d’essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.
                                                                            
F. Pessoa

Byadmin Pubblicato 23 Settembre 2009

Amici e chiodi

C’era una volta un ragazzo che aveva un pessimo carattere.
Suo padre un giorno gli diede un sacchetto pieno di chiodi e gli disse che ogni volta che si fosse arrabbiato durante la giornata avrebbe dovuto conficcarne uno nella staccionata del cortile.
Il primo giorno il ragazzo conficcò ben trentasette chiodi nella staccionata.
Giorno dopo giorno il numero dei chiodi cominciò gradualmente a diminuire, fino a quando arrivò il momento che, il ragazzo
non s’arrabbiò per niente.
Così si presentò tutto soddisfatto davanti al padre e gli raccontò che finalmente quel giorno non aveva usato neanche un
chiodo.
Il padre suggerì al figlio, che il passo seguente sarebbe stato quello di togliere un chiodo per ogni giorno trascorso senza arrabbiarsi.
Passò molto tempo ma alla fine il ragazzo riuscì a togliere tutti i chiodi che aveva conficcato nella staccionata.
Quindi il padre del ragazzo prendendolo per mano lo portò di fronte alla staccionata e gli disse:
“Hai fatto bene figliolo, ma guarda quanti buchi che sono rimasti su questa trave, adesso non potrà mai più tornare come prima. Quando tu perdi il controllo e dici le cose con rabbia, esse lasciano dei segni proprio come questi.
E’ come ferire qualcuno con un coltello, rigirarlo nella piaga e dopo non importa quante volte chiederai scusa, la cicatrice non si toglierà più.
Una ferita fisica può guarire completamente senza lasciare traccia, quella verbale invece ti segna molto profondamente portando la tristezza nel cuore.
Ricordati che ci vuole un attimo per dire una cosa cattiva ad una persona, ma una volta detta non è più possibile cancellarla, anche se non si pensava veramente ed era solo la rabbia di un momento, quelle parole segneranno il suo cuore di tristezza per sempre”.

Byadmin Pubblicato 8 Settembre 2009

Istanti

Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita,
solo di momenti, non ti perdere l’oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro,
una borsa d’acqua calda, un ombrello e un paracadute;
se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all’inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell’autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i bambini,
se avessi un’altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.

Jorge Luis Borges

Byadmin Pubblicato 7 Settembre 2009

Elogio della follia

“Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia.
Infuse nell’uomo più passione che ragione perchè fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso.
Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe.
Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza.
La vita umana non è altro che un gioco della Follia.
Il cuore ha sempre ragione”.

Erasmo da Rotterdam