Quanto più si è spiritualmente dotati,
tanto più accade di scoprire uomini originali.
La gente comune non fa differenza tra un uomo e un altro.
Blaise Pascal
Non dovresti conoscere la disperazione
se le stelle scintillano ogni notte;
se la rugiada scende silenziosa a sera
e il sole indora il mattino.
Non dovresti conoscere la disperazione, seppure
le lacrime scorrano a fiumi:
non sono gli anni più amati
per sempre presso il tuo cuore?
Piangono, tu piangi, così deve essere;
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall’inverno cadono lacrime di neve
là dove giacciono le foglie d’autunno;
pure, presto rinascono, e il tuo destino
dal loro non può separarsi:
continua il tuo viaggio, se non con gioia,
pure, mai con disperazione!
Emily Brontë
È l’alba. S’illumina il mondo
come l’acqua che lascia cadere sul fondo
le sue impurità. E sei tu, all’improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito di fronte a me.
Giorno d’inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d’un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all’aspirare l’aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
È così, mio usignolo, tra te e me
c’è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.
N. Hikmet
Ho stretto forte un pugno di sabbia, non è rimasto nulla nella mia mano.
Pink Floyd – The Great Gig In The Sky
“And I am not frightened of dying, any time will do,
I don’t mind. Why should I be frightened of dying?
There’s no reason for it, you’ve gotta go sometime.”
“I never said I was frightened of dying.”
“E non ho paura di morire, in qualsiasi momento,
non mi importa. Perché dovrei avere paura della morte?
Non vi sarebbe alcuna ragione, prima o poi si deve andare.”
“Non ho mai detto di avere paura della morte”
Sei un vulcano,
di pensieri,
di gesti,
di aspettative,
l’ eruzione di in vulcano e’ una delle piu’ belle cose da vedere,
perche’ ci rende attoniti nel comprendere che tutto quello che esce sia al suo interno,
e che sia imprevedibile,
per questo e’ un qualcosa di unico,
e ci fa sentire impotenti.
Ma il vulcano sprizza i suoi lapilli in maniera incontrollata, quando non puoi prevedere e senza limiti ne confini, distruggendo anche,
ma poi si sopisce e si quieta e tornera’ vulcano,
quando,
non sappiamo quando.
Questa e’ la sua forza,
una forza incontrollata,
ma cosi’ bella da vedere,
un vulcano resta sempre un vulcano per sempre,
anche se spento.
Tu non puoi che essere un vulcano,
perche’ se non fossi questo,
se non eruttassi lava,
non mi dimostreresti di essere tanto profonda,
non puoi negarlo a te stessa,
non sei egoista e insensibile,
il tuo essere vulcano ne e’ la dimostrazione,
hai tanto magma dentro,
tanta vita.
Il magma che hai dentro deve uscire,
perche’ dentro si scalda,
ma qualche volta quando il calore e’ troppo intenso, esplodendo nella sua bellezza,
beh, sai anche cosa puo’ succedere.
Tu sei bella perche’ sei un vulcano,
perche’ sei un vulcano con il suo magma dentro.
La tua bellezza dentro,
forte,
importante,
repressa,
e che deve uscire anche esplodendo.
I nostri sintomi di malessere
sono la dimostrazione di qualcosa di vero dentro.
Anche la nostra forza di controllo in fondo,
la sintesi di qualcosa che c’e’ dentro di noi,
una sorta di forma di equilibrio.
Per questo ti voglio bene,
solo perche’ sei sempre te stessa,
anche vulcano.
Dentro di te c’e’ il bello lo sento, vulcano,
ma sto imparando a proteggermi dai tuoi
bellissimi ed esplosivi lapilli che colpiscono tutto,
e distruggono anche.
Non correre vulcano,
non hai bisogno di correre,
il magma esce da solo quando il calore diventa intenso
e non sai neppure quando,
non cercare disperatamente,
non rincorrere il tempo perduto,
non buttarti in tutto cio’ che ti gira intorno,
non e’ necessario per un vulcano questo,
anche lui ha bisogno di sopirsi,
di ricaricarsi,
e poi sara’ una nuova eruzione,
piu’ bella ancora.
La mia sensibilita’ e’ il mio freno,
il mio controllo,
la mia calma apparente cela sintomi repressi,
i miei silenzi e i miei misteri sono paure:
vorrei essere un vulcano.
14.07.2006
L’uccello che vorrebbe vivere
L’uccello che vorrebbe cantare
L’uccello che vorrebbe gridare
L’uccello rosso e tiepido come il sangue
L’uccello che vola così dolcemente
E’ il tuo cuore graziosa fanciulla
J. Prevert
…la sensazione di percorrere una strada ad occhi chiusi…
la strada è difronte a te,
annaspi qua e la…e non ti perdi,
perchè senti che la strada è lì…
perchè sul suo bordo ti pungi con i rovi…
quando la stai perdendo…
[…] Il Vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall’una all’altra punta delle ali, non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero, visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero, e anche il vostro corpo sarà libero. […]
Richard Bach
cercherò di arrivare alla luna e non mi accontenterò di vedere il suo riflesso…
…ho compreso che…non è importante fare tanto…ma sapere di essere in grado di poter fare…
Ray Kinsella è un agricoltore dello Iowa, con una bella fattoria immersa nei campi di mais, una bella moglie e una splendida bambina. Ma Ray non è tranquillo, perchè ultimamente sente una voce, che continua a ripetergli: “Lenisci il suo dolore “,”Se lo costruisci, lui tornerà..”. Lui, capisce subito Ray, è il padre morto, a cui non è mai stato molto legato.
Ma costruire cosa, si chiede Ray? Poi capisce: un campo di baseball, l’unica cosa che lo aveva legato in vita al padre. Indebitandosi con le banche, Ray comincia il suo folle progetto, finchè una sera, nel campo ormai finito, arriva come un apparizione Joe “shoeless” Jackson, giovane come quando lo scandalo dei Chicago “black” Sox lo investì.
Guidato ancora dalle voci, Ray rintraccia altre persone il cui destino sarebbe potuto cambiare grazie al baseball, e che invece non avevano mai avuto la possibilità di provare a giocare nelle leghe maggiori. Il campo di Ray, a rischio di sfratto, continua a riempirsi delle apparizioni di grandi giocatori del passato, finchè una sera non arriva l’uomo per cui Ray ha costruito il campo dei sogni: suo padre John, giovane e pieno di speranze per il futuro. E la speranza, capisce Ray alla fine, è ciò che renderà il suo campo meta di future colonne di tifosi del gioco americano per eccellenza, desiderosi di rivedere i propri campioni dei sogni.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
S. Quasimodo
Nessun uomo dovrebbe vivere senza aver sperimentato almeno una volta la sana anche se noiosa solitudine di una dimora tra i boschi, scoprire di dover dipendere solo da se stessi, e per questo tirar fuori la vera forza interiore.
J. Kerouac
Non è perchè le cose sono difficili che noi non osiamo farle,
è perchè noi non osiamo farle che le cose sono difficili.
Seneca